Kobane è stata liberata, l’Isis è stato respinto. Era una notizia attesa. E auspicata. È una di quelle notizie che andrebbero festeggiate stappando una bottiglia, la migliore della vostra cantina. Questa vittoria per onore della cronaca era stata annunciata su Internazionale in un fumetto, l’autore Zerocalcare. Il titolo del fumetto è Kobane Calling, una storia raccontata in presa diretta con disegni in bianco e nero che avevano premunito il finale positivo all’assedio alla città curda in Siria. Per chi ama il fumetto il parallelismo con il maestro Joe Sacco, che ha segnato e disegnato il mondo e le sue atrocità, è stato immediato. Fumetti politici e politicizzati, di denuncia quelli di Sacco. Zerocalcare invece deve la sua fama a tutt’altro approccio, è autore della striscia “demenziale” Neet Kidz, ma con questo fumetto Zerocalcare entra di diritto nella “scuola” degli inviati di guerra, in questo caso senza microfono e telecamera. Tuttavia la differenza di Zerocalcare con Sacco non è solo nel tratteggio ma nello schema generazionale, nella forma della ricerca e nella filosofia: “la realizzazione di questo fumetto ha richiesto alcuni esercizi di sintesi che ne alterano la fedeltà alla realtà, lo dico per sincerità”. È quanto tiene a sottolineare lo stesso Zerocalcare. In Kobane Calling non è rappresentata violenza, non c’è sangue, non è dipinta la carneficina del conflitto, ma è raccontata la lezione della guerra con i suoi suoni e parole. Intense quelle dei giovani, anziani, uomini e donne curdi: “sono quelli dell’Isis a non essere musulmani.” Zerocalcare è andato in guerra per poi narrare la sua guerra, quella di una persona estranea a quel contesto folle, all’orrore dell’odio. L’artista lentamente, pagina dopo pagina, ha preso una posizione: “Da qui non si passerà”. Nella sua guerra Zerocalcare ha saputo rappresentare le assurdità delle geometrie in gioco, dove non c’è pallone che rimbalza da una parte all’altra ma il fuoco delle armi: “a cucchiaio da sinistra a destra è Isis. Da destra a sinistra siamo noi. Basso-basso raso terra, è turchi.” In una guerra globale, talmente vicina che la distanza dalla pace alla guerra “saranno tre fermate di metro tipo Rebibbia – Santa Maria del Soccorso”. I disegni di Zerocalcare hanno lo splendore di un manifesto contro il male, un’opera che smuove la nostra coscienza. Dove le paure di Zerocalcare non possono essere eliminate ma solo affrontate e sconfitte.